Stato e Scampìa.

» modern days | 21 January 2005, 18:49 | ::

Lo Stato deve essere visibile
I cittadini devono percepire la Presenza dello Stato â„¢

Sono i ritornelli del tempo della faida, i giorni ruggenti della grande ribalta di Scampia, la periferia più famosa d’Italia nonostante le insidie al primato di quei geniacci dei baresi che, pur di rubare la scena agli odiati napoletani, hanno tirato fuori dal cilindro Enziteto: un posto in cui esiste ancora la morte per fame!

Questo è giocare sporco.
Enziteto e Scampia però sono accomunati dalla ricetta che giornalisti, politici, commentatori e esperti televisivi fra uno sgomento e una commozione hanno saputo trovare per i loro problemi: la Presenza Dello Stato. La presenza forte dello Stato per sottrarre alle bande il controllo del territorio e dare sollievo alla popolazione, nel caso di Scampia.

Accusare lo Stato di essere stato assente da Scampia è ingiusto oltre che storicamente inesatto: in tutti questi anni lo Stato ha fatto davvero molto per Scampia.
Innanzitutto l’ha costruita: una cinquantina di bei palazzoni di cemento armato da 20-30 piani in mezzo a un acquitrino a 20 chilometri dal centro città , sei dei quali realizzati con una curiosa forma di vela così che le persone potessero riprodurvi le forme di socialità  delle viuzze dei Quartieri. Il primo dono che lo Stato ha fatto a Scampia è quello primordiale, il soffio vitale, il miracolo della Creazione.
Poi ha preso gli indigenti dei bassi del centro storico e ce li ha deportati. Negli anni vi ha aggiunto, nell’ordine, i senzatetto che occupavano le case, le vittime del terremoto, il più grande campo nomadi del meridione e ogni altra possibile incarnazione della povertà , dell’emarginazione, del disagio e della solitudine. Tutti insieme nei palazzi a forma di vela come quelli del lungomare di Cannes.
Una quindicina di anni fa, poi, lo Stato ha piazzato il colpo da maestro: proprio di fronte ai palazzoni ha fatto costruire un enorme carcere.
Sembra stupido lo Stato, sembra distratto. Sembra occuparsi di tutt’altro, poi improvvisamente caccia di queste trovate geniali e non si può che rimanere a bocca aperta. Da quel giorno i bambini di Scampia, con il semplice gesto di affacciarsi alla finestra, possono fare ciao ai babbi e i fratelli maggiori dietro le sbarre e al tempo stesso acquisire familiarità  con il luogo in cui alloggeranno al compimento della maggiore età . In tal modo non si troveranno disorientati dal fatto di passare da un edificio di trenta piani completamente grigio a uno di un solo piano dal candore abbacinante.
Il disorientamento e le derive situazioniste gli fanno un baffo, allo Stato.

Senza contare che con questo colpo di fioretto il nostro amico Stato ha donato a Scampia la marginalità  e il disagio per eccellenza che ancora le mancavano: la carcerazione.
L’ultimo regalo in ordine di tempo che lo Stato ha fatto a Scampia è stato quello, tra proclami e e bellicose dichiarazioni, di mandare più uomini. Ovvero più poliziotti, più carabinieri e anche l’esercito. Perché lo Stato non può cedere il controllo di cotanto capolavoro a qualcuno che non sia esso stesso, e non sarà  certo il primo scissionista a farlo recedere dal nobile proposito. Da qualche mese a questa parte, infatti, gli abitanti di Scampia per tornarsene a casa o in cella passano più posti di blocco di un palestinese di Gaza in gita a Gerusalemme, ma molto più sicuri.
In compenso, il modello-Iraq sembra avere un certo appeal non solo presso lo Stato che risolve i problemi mandando qualche migliaio di sbirri armati fino ai denti, ma anche tra i camorristi

Ciò che più colpisce in tutta questa faccenda è che gli abitanti di Scampia non sembrano mostrare nessuna gratitudine verso lo Stato.
Siamo rimasti tutti sgomenti nel vedere alla tv le immagini di quelle donne che, inspiegabilmente, con lo Stato sembravano avercela a morte e si opponevano ai suoi uomini che andavano là  per fare il loro dovere.

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