Il fatto quotidiano, il senso comune reazionario e la tv spazzatura

» modern days | 21 June 2015, 12:13 | ::

Ogni tanto faccio l’errore di leggere roba come il fatto quotidiano e ciò generalmente si traduce in indicibili travasi di bile. Stamattina mi è toccato questo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/21/migranti-living-in-britain/1794309/

Un articolo sulla Gran Bretagna basato sui pregiudizi e le banalità assorbiti da un programma di tv spazzatura: uno di quelli che in UK stanno proliferando da un po’, al solo scopo di stigmatizzare chi, per qualsiasi ragione, non lavori e percepisca una qualche forma di sussidio. In pratica questa Antonia Di Lorenzo dice che i britannici non hanno voglia di lavorare e vivono benissimo grazie ai sussidi, mentre i volenterosi giovani italiani vanno a fare i lavoretti che gli inglesi sdentati possono evitare grazie alla generosità del welfare. Non bastavano i pregiudizi di casa nostra, ci andiamo a puppare anche un po’ di quelli altrui.

In sostanza la tipa ha derivato la sua originalissima visione della Gran Bretagna da un paio di episodi di benefit street, uno dei reality più beceri di questi anni, fondato su quello che è stato definito poverty porn: andare nelle zone più povere delle città britanniche, mettere alla berlina quelli che ci vivono, e inorridire di fronte al fatto che questi percepiscono dei sussidi dallo stato.
La cara Antonia sicuramente non sa che la roba che passa la tv spazzatura inglese non è rappresentativa di un bel niente: ore e ore di trasmissione basate su casi estremi pescati ad arte, totalmente marginali, che non dicono assolutamente nulla sullo stato del welfare britannico, ma servono benissimo a legittimare la politica di tagli del governo fomentando l’odio verso queste fantomatiche orde di parassiti che camperebbero di benefit. Questo nella società più polarizzata e diseguale d’Europa, dove la povertà infantile ha ricominciato a crescere dopo i miglioramenti degli anni 90, e l’indice di Gini è il più alto dell’Occidente, secondo solo a quello degli Stati Uniti.

La realtà dei fatti ovviamente è molto diversa da quella raccontata in questi programmi. Leggere un po’ di stampa vera, ogni tanto, invece di imbottirsi di tv spazzatura aiuterebbe a capirla.

Gli out-of-work benefit, quelli su cui insistono queste trasmissioni spazzatura, sono in calo costante da anni, anzi si calcola addirittura che la quantità di benefit NON riscossa, ovvero quella a cui le persone avrebbero diritto ma che neanche richiedono, superi di vari ordini di grandezza i benefit che vengono riscossi senza averne diritto, in maniera fraudolenta, dai nuovi nemici pubblici della Gran Bretagna di questi anni, i benefit scroungers
Quello che, semmai, è in aumento sono i tax credit, ovvero i sussidi che lo stato paga a chi lavora ma guadagna troppo poco (eh si, in Gran Bretagna esiste anche questo). Quelli sono esplosi negli ultimi anni e a beneficiarne sono anche moltissimi immigrati dall’Unione Europea che fanno i lavoretti del cazzo che piacciono tanto a Antonia. Sarebbe molto interessante un programma su chi a lavorare ci va, ma guadagna talmente poco da avere bisogno del sussidio, molto strano che non esista. L’esplosione degli in-work benefits è il segno più tangibile della stagnazione dei salari in GB perché, all’atto pratico, i tax credit non sono altro che sovvenzioni statali ai datori di lavoro affinché possano continuare a pagare salari bassi.
Al dato dei tax credit agli stranieri si è appigliato Nigel Farage alle ultime elezioni, per mostrare quanto realmente costino gli immigrati alla Gran Bretagna. Ovviamente il problema non sono i benefit che vengono riscossi, ma i salari che non crescono, e di questo l’unica colpa che può essere attribuita agli immigrati è quella di essere l’esercito di riserva di cui parlava Marx, ma questo ci porterebbe troppo lontano.

Il punto è che secondo Antonia, invece di stare a casa col sussidio di disoccupazione, lo sdentato inglese che tanto l’ha disgustata dovrebbe andare a riempire gli scaffali di ALDI al posto di un polacco. Ma l’unico risultato sarebbe che lui, lo sdentato, invece della disoccupazione prenderebbe il tax credit e il polacco dovrebbe cercarsi un altro “lavoretto”, per il quale percepirebbe lo stesso tax credit. Oppure dovrebbe tornarsene in Polonia, come vorrebbe Farage. Ci sarebbero un inglese in più e un polacco in meno a fare un lavoro di merda, lo stato pagherebbe più o meno gli stessi soldi in benefit, e i profitti da record di ALDI, che presto aprira’ anche in Italia, sarebbero invariati. Capito qual è la questione, Antonia?

commenti

Name
Email
http://
Message